Anbernic e la controversia sul nuovo firmware: il lato oscuro del retro-gaming

Negli ultimi anni, Anbernic si è affermata come uno dei principali produttori di console portatili per il retro-gaming. Con dispositivi come il RG34XX, RG35XX, il RG405M, il RG351V e il RG556, l’azienda cinese ha saputo conquistare gli appassionati grazie a un buon equilibrio tra qualità costruttiva, prestazioni e prezzo. Tuttavia, una recente controversia legata a un nuovo firmware sta mettendo a rischio la reputazione del marchio.

Nella foto la Win600 , una tra le più potenti console Anbernic sul mercato

Il nuovo firmware e il problema della pirateria

Secondo alcune segnalazioni provenienti dalla comunità di appassionati, un aggiornamento firmware per le console Anbernic permetterebbe il download diretto di ROM da uno store integrato. Questo ha scatenato numerose polemiche, in quanto faciliterebbe la distribuzione illecita di giochi protetti da copyright, andando contro le leggi sul diritto d’autore in molti paesi.

Le console di Anbernic sono da sempre compatibili con sistemi operativi alternativi come ArkOS, AmberELEC e JelOS, i quali consentono agli utenti di caricare legalmente le proprie copie di backup dei giochi. Tuttavia, l’introduzione di un sistema che offre ROM scaricabili direttamente da un server esterno solleva preoccupazioni significative.

Implicazioni legali e morali

L’uso di ROM senza possedere la copia originale del gioco è considerato pirateria nella maggior parte delle giurisdizioni, e le aziende produttrici di videogiochi come Nintendo, Sony e Sega hanno più volte intrapreso azioni legali contro chi distribuisce materiale protetto. Se dovesse emergere che Anbernic ha avuto un ruolo diretto o indiretto in questa iniziativa, il marchio potrebbe trovarsi nel mirino delle autorità e delle aziende del settore.

Dal punto di vista morale, questa mossa potrebbe danneggiare non solo Anbernic, ma l’intero settore del retro-gaming. La comunità di appassionati ha sempre cercato di trovare un equilibrio tra la conservazione dei giochi e il rispetto della proprietà intellettuale, e un’iniziativa del genere rischia di compromettere la credibilità di chi utilizza emulatori e console per finalità legittime.

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